Mio figlio sta crescendo con il computer. Lui è in prima elementare, e ha dovuto annotare tutte le cose che sa fare con loro. La lista includeva cose come muoversi con il mouse, disegnare fantasmi con il programma pant, e — segno del tempo– disabilitare e abilitare il microfono quando è in teleconferenza. O si, e digita le emojis, lui le ama.
Quando avevo più o meno la sua età, anche io ero interessato al computer. Ma anche i computer da casa erano usciti da poco. E se guardo indietro, sono diventato più sofisticato sui computer più o meno allo stesso ritmo con cui sono diventati sofisticati loro stessi.
Ero alle elementari quando il meglio dei computer Basic era l’era dell’Apple II e del C64. Frequentavo il liceo all’alba dei primi Mac e dell’Amiga. All’università, le insane capacità computazionali dei Pentium avevano appena iniziato a soddisfare le mie esigenze do risolvere equazioni differenziali numeriche. E alla scuola di specializzazione, l’ascesa dei multi-core overcloccabili e delle GPU mi alimentavano bene attraverso tesi di simulazione pesanti.
Quando ero bambino, erano giocattoli e da adulto sono strumenti potenti. Per questo motivo, i computer non sono mai stati intimidatori. Sono cresciuto con i computer.
Ma torniamo a mio figlio. Non so se sia auspicabile, o anche possibile, fingere che i computer non siano immensamente complessi per il bene di un alunno di prima elementare – comunque vedrebbe fino in fondo la bugia. Ma qual è l’età giusta per insegnare ai bambini il riconoscimento vocale e le reti neurali artificiali? È un dato di fatto che dovremo insegnargli una sorta di “competenza sui social media”, ma in realtà non si tratta di computer più di quanto imparare a usare Word riguardasse i computer ai miei tempi. Consumare contro creare, twittare contro hacking.
Ovviamente ogni generazione ha il suo percorso. Gli hacker più grandi di me erano già al liceo o all’università quando è diventato possibile costruire il proprio computer, e lo hanno fatto. Gli hacker più giovani sono cresciuti con Internet, che ovviamente ha i suoi vantaggi. Quelli più grandi di me hanno fatto i computer, e quelli più giovani hanno sempre vissuto in un mondo in cui il computer è maturo e dato per scontato. Ma gente della mia età, siamo cresciuti con i computer.